La Fiat, un “buon” esempio

 

L’accordo-ricatto presentato dalla Fiat ai sindacati per la continuazione della produzione nello stabilimento di Pomigliano e di Mirafiori è un fatto gravissimo cui tutti i lavoratori, a prescindere dalla categoria di appartenenza, devono, sin d’ora, prenderne atto e aprire una discussione insieme ai sindacati, perché quello che oggi succede a Pomigliano e a Torino non sta avvenendo in una qualunque Quaxin o Taraktum, cinese o indiana che dir si voglia, ma avviene in un paese costituzionalmente di diritto (forse) che è l’Italia. Il fatto ancor più grave è che la richiesta di accordo presentata da una mente padronale-feudataria-tirannica come quella di Marchionne, viene condivisa dalle istituzioni, portandola niente di meno come “punto di svolta” nelle future trattative, classificando l’accordo come “scelta di investimento migliore di qualsiasi incentivo”. E certo, se fino adesso l’operaio ci rimetteva sempre in termini economici, adesso deve cominciare a rimetterci in diritti e dignità. “La svolta”, che dice Sacconi, secondo me, è una svolta che porta la classe operaia dritta alle condizioni dei primi anni del 900. Quello della Fiat può essere un esempio per altre aziende e quindi potrebbe toccare anche a noi di confrontarci con chi predilige il profitto 100% al diritto del prossimo.

ATTENZIONE!!!!! Cari lavoratori, ci aspettano anni di sacrifici, e siamo pronti a farli (come sempre), ma rimaniamo consapevoli di salvaguardare la dignità e i diritti acquisiti con qualunque mezzo!

 

 

Antonio De Marco

FILCTEM-CGIL

Torna alla home